Cos’è il Jamboree?

Il Jamboree è un raduno mondiale di scout organizzato dal WOSM; si svolge ogni 4 anni e sempre in paesi diversi. L’evento, a cui partecipano delegati delle varie nazioni, è dedicato in particolare ai ragazzi del Reparto ma ha un grandissimo riflesso su tutto il gruppo: un’esperienza unica come il Jamboree non lascia indifferenti e chi torna non vede l’ora di raccontare tutto!

La scorsa edizione del Jamboree è stata la 24° e si è svolta in West Virginia (USA), mentre il 25° Jamboree mondiale dello scoutismo è fissato per il 2023 in Corea del Sud.

24° Jamboree – 2019, West Virginia (USA)
Partecipante: Pietro Laws

Tutte le foto del Jamboree 2019 le trovate qui.

Il 22 luglio è stato l’inizio della mia avventura. Un’avventura che mi avrebbe portato in America, West Virginia, Summit Betchel Reserve. Un’avventura durata due settimane. Un’avventura che mi ha trasformato. Perché, il Jamboree, non è solo un evento dove 45.000 ragazzi vivono 10 giorni di campo scout. Anche quello. Ma il Jamboree è stato concepito per essere un momento di condivisione, di apertura verso lo sconosciuto. Ed è questo quello che racconterò.

La partenza da Venezia presto alla mattina, aerei enormi, le corse allo scalo, l’arrivo sotto la pioggia (alle 4.00 con colazione alle 5.30)… ecco. Questi sarebbero stati i ritmi delle settimane successive. Là in America, come ben sapete, quando vogliono fare qualcosa in grande, lo fanno in grande. Ma tanto. Noi del Reparto Ponte degli Alpini ci siamo catapultati in una esperienza molto più… PIÙ.
E non sono state tanto le attività proposte (tra cui mountain bike, tiro con l’arco, tiro al piattello, rock climbing, la zip Line, rafting e molto altro ancora), nemmeno gli eventi organizzati (l’apertura, con Bear Grills, le feste serali, il giorno interreligioso, la chiusura, dove sono venuti pure i Pentatoniks…), ma sono stati quei momenti in cui si incrociava lo sguardo di qualcuno mai visto prima, ci si salutava, e si sorrideva. Tante volte non ci rendiamo conto della bellezza che ci circonda. Il Jamboree ti apre gli occhi a cose mai nemmeno considerate. La gioia nel provare a comunicare un buongiorno con un senegalese, il mistero dietro ad un rito del thé cinese, l’esaltazione nel vincere ad un gioco di carte contro i Norvegesi…
Sono quei piccoli attimi in cui ti accorgi di essere parte di un qualcosa di più grande che ti cambiano dentro. Certo, a me dentro ha cambiato pure il fatto di aver mangiato veramente male, visto che là in America il cibo non è poi così eccezionale ( per dirvi, maccheroni con il formaggio, in polvere, erano una malta naturale con cui si potevano attaccare interi blocchi di palazzi ), con numerose gite ai bagni. Ha cambiato pure il fatto di fare dai 10 ai 20 km a piedi tutti i giorni per raggiungere le attività desiderate. Alzarsi alle 4.00 la mattina per prenotarsi in qualche attrazione. Insegnare qualche gioco o qualche parola in italiano ad altri paesi.
Mi ha cambiato pure il fatto di aver perso il passaporto italo-inglese, un’altra bella storia nella storia. Tralasciando tutto questo…

Il Jamboree mi ha fatto capire tante cose, tra cui il valore della consapevolezza. Perché la pace è possibile. Sapete. Non ho mai, dico MAI, nemmeno discusso, in due settimane. A parte qualche partita di Briscola andata male, il resto è stato solo motivo di unione. Tra italiani da regioni diverse, tra paesi di capi opposti del mondo, tra religioni spesso in lotta fra di loro, tra gusti culinari a volte contrastanti…
In queste due settimane ho visto e ascoltato cose che non credo vedrò e ascolterò più. Rimangono comunque piccole perle che sono successe, e che quindi non sono impossibili.
Il motivo per cui partecipare al Jamboree lo si decide da soli. Il fine no. Il fine del Jamboree è portare nel mondo un pò di volontà, volontà di conoscere veramente l’altro, per trovare punti in comune e vivere secondo il rispetto per l’altro.
Si è concluso il 2 agosto. Si è concluso lì in America. Perché non si conclude mai finché qualcuno ne parla ancora e cerca di trasmettere un minima percentuale di quello che gli è stato dato. Queste due settimane hanno veramente lasciato il segno in me. Un’avventura che mi ha trasformato.

Un ringraziamento va fatto a tutti i ragazzi incontrati in America, al Reparto Ponte degli Alpini, ai capi contingente, al World Scout Organization, ma soprattutto ai capo reparto: Zeno, Martina, Mattia, Claudio e Calin, che mi hanno supportato e mi hanno permesso di iniziare a desiderare di voler far parte di questo stupendo evento. Grazie mille capi.

Spero che fra i lettori ci sia il prossimo Jamborista del Verona 8. E spero possa vivere quello che ho vissuto io in Corea, nel 2023.

Ciao ciao.

(Sir) Pietro Leonard Laws 🙂

23° Jamboree – 2015, Giappone
Partecipante: Silvia Vinco

Venerdì 24 Luglio 2015…SI PARTE!

Dopo 30 ore di viaggio finalmente siamo in Giappone!! Un sogno che si realizza! Odore di mare, buio pesto, eccitazione alle stelle, pullman e aria condizionata.

​La famiglia che ci avrebbe ospitate per i prossimi due giorni ci aspettava con i cartelloni “Welcome Silvia and Anna”. Tra saluti e un po’ di imbarazzo si arriva a casa. Da quel momento in poi non avremo più un secondo libero tra il gruppo scout (il Kobe16 ora in possesso del fazzolettone del Vr8!!), 7 ore di fuso orario, sushi, noodles, gelati al the verde, fanta grape, riso, bambù, wc tecnologici, pareti di carta, ventagli, kimoni, templi, inchini, google traduttore…tanto altro ancora…saluti, occhi lucidi e via si riparte!

Cinque ore di viaggio ed eccoci finalmente al campo!! Un posto unico al mondo dove in più di 30mila ragazzi provenienti da 150 paesi si ritrovano a dormire fianco a fianco, soffrire lo stesso caldo, mangiare lo stesso pane al formaggio, condividere un’ unica promessa! Urla di gioia! Scout da tutte le parti, ovunque, scout che con i loro fazzolettoni colorati, felicissimi ti salutano “Hello! Where are you from?” “Italy!”. Mai stata così patriottica: bandiere tricolore, Bella Ciao, il Manolo, Fratelli d’Italia…

Provate a immaginare un campo di 3km pieno zeppo di tende e bandiere a perdita d’occhio… E in quella marmellata c’ero anch’io! Ed è lì in mezzo che ho potuto mangiare con i coreani, giocare a Spaccaossa a braccetto con uno svedese e una brasiliana, festeggiare il compleanno di un australiano con una torta gigante, mangiare pancake canadesi, chiacchierare con dei cecoslovacchi delle loro strane tende, insegnare il farfallese a un inglese, vedere finalmente dei ragazzi del Cngei, cenare con tutto il contingente della Costa d’Avorio (sei persone), abbracciare un americano, giocare con i gavettoni d’acqua contro i giapponesi, parlare italiano con un paio di svizzeri, suonare la vuvuzela sudafricana, visitare Hiroshima, parlare, scherzare e ridere con tantissimi sconosciuti…

Infine dopo aver salutato tutti con un po’ di tristezza e lasciato il campo ho pensato, con un sorriso, a quando vi racconterò tutto questo!

23° World Scout Jamboree: un’esperienza che non dimenticherò mai.

Ed è per questo che il Vr8 dovrà essere anche al prossimo Jamboree tra quattro anni in Virginia!!

Grazie mille!

​Silvia

21° Jamboree – 2007, Regno Unito
Partecipante: Stefano Mango